• Pubblicata il
  • Autore: Marco
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Una serata indimenticabile - Venezia Trasgressiva

E’ successo l’estate di quattro anni fa. Per una serie di fortunate coincidenze io e Rosa, amanti appassionati da lungo tempo, eravamo riusciti a trovare due giorni, liberi dai rispettivi impegni familiari, da trascorrere insieme. Decisi di esaudire uno dei sogni di Rosa e le proposi di andare all’Arena di Verona ad assistere alla Tosca. Naturalmente accettò entusiasta e così, la sera di due giorni dopo, uscivamo dall’albergo che avevo trovato a 500 mt dall’Arena per andare ad occupare i due posti del settore poltrone che avevo acquistato quel pomeriggio stesso appena arrivati in città. (al momento dell’acquisto Rosa aveva, senza molta convinzione, cercato di farmi prendere dei posti più economici ma le avevo, sinceramente, risposto “Voglio che tu stia più che bene , voglio che tu possa ricordarti per sempre di questa serata”). Rosa era elegante e femminile più che mai, il suo aspetto era raggiante i suoi occhi mi guardavano esprimendo intensamente gratitudine e amore mentre, seduti a 20 metri dal palcoscenico, attendavamo l’inizio dell’Opera. Per tutto il tempo le tenni la mano e vidi più di una lacrima scorrere sul suo viso dolce intanto che la triste storia di Tosca volgeva al tragico finale. Tornando verso l’albergo si teneva stretta al mio braccio e continuava a dirmi che mi amava tanto, che le avevo fatto un regalo grandissimo, che potevo chiederle tutto quello che volevo che non sarebbe stato sufficiente a ricambiare la gioia, il piacere che le avevo regalato quella sera.
Facemmo l’amore iniziando dolcemente, poi, come spesso accadeva con Rosa, diventammo passionali, quasi bestiali. Rosa è una donna che non ha timore a dare e pretendere piacere a letto così, dopo che aveva avuto più di un orgasmo, saziatasi si dedicò al mio piacere. (premetto, a questo punto, che il nostro rapporto, nel corso degli anni, aveva assunto una connotazione del tipo master/slave). La sua bocca mi ripulì avidamente il cazzo ancora lucido dei suoi umori, poi inizio a leccarmi, dalle dita dei piedi in su, con calma e meticolosità. Dopo aver percorso tutto il corpo si stese in modo che potessi accovacciarmi sulla sua faccia sudata e porgerle i marroni da leccare. Quando la sua lingua raggiunse lo sfintere non mi meravigliai, già altre volte mi aveva leccato quelle parti. Quella sera, però, la sua lingua non si limitò alle carezze superficiali e a qualche timida puntatina verso l’interno. Si insinuò con determinazione e profondità nel mio buco, un piacere sconosciuto mi avvolse mentre il cazzo si induriva come il marmo. “Tesoro mio, mi stai facendo impazzire, non smettere” le dissi. La signora, ben contenta che il suo lavoro fosse apprezzato, spingeva e frullava la lingua sempre più a fondo. Spasmi di piacere mi facevano scuotere. Con le mani mi allargai le chiappe in modo che Rosa potesse infilare la lingua ancor di più. La situazione diventava sempre più calda e la bestialità quasi si respirava. Senza volerlo, intanto che spingevo il culo sulla faccia della signora perché la sua lingua scavasse più a fondo, mi scappò un lungo soffio d’aria calda che si infilò, con un rumore sordo, direttamente nella bocca di Rosa. Non ebbi il tempo di chiederle scusa perché Rosa parlò prima di me “Si, fammi sentire tutti i tuoi sapori” e continuò penetrarmi con la sua calda lingua. Il suo “attaccamento” mi provocò un piacere ancora più forte, sentivo che la donna, in quel momento, era completamente a mia disposizione, era, di sua spontanea volontà, pronta a darmi tutta se stessa. “Tesoro” le dissi subdolamente, “se continui a scavare finisce che qualcosa troverai” . Così dicendo mi ero sollevato un poco per darle modo di rispondere o comunque di sfilarsi dalla posizione in cui si trovava, ormai, da diversi minuti. La risposta, muta e spavalda, me la diede tirandomi a se in modo che la sua lingua potesse riprendere il lavoro. Alla fine trovò quel che cercava. Il coraggio, nel momento cruciale, le venne meno ma, immobilizzata dal mio peso e dalle mie mani non le diedi la possibilità di sfilarsi. I flebili “No, ti prego no” non mi impietosirono e, comunque, durarono solo un attimo perché poi la signora, capito che non mi sarei fermato, ritenne più saggio tenere la bocca ben serrata.
Serata indimenticabile quella di Verona.

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21/12/2013 15:57

saxon101

sono proprio daccordo. Ma che schifo di storia

04/09/2013 22:31

eros

...ti cagassero in bocca a te, saresti contento???? fai proprio schifo!!!

03/09/2013 15:21

castigatore

Che dire,una vera cagata

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